Gestire la bibliografia
Citare è una pratica accademica chiave.
Un riferimento corretto:
- mostra la tua comprensione dell'argomento e fornisce prove a sostegno delle tue idee, argomenti e opinioni
- consente a chi legge di identificare le fonti che hai utilizzato
- ti aiuta a evitare il plagio chiarendo quali idee sono tue e quali sono di qualcun altro
Tutti i contenuti intellettuali di proprietà di terzi sono soggetti alle regole di copyright, indipendentemente dalla forma (cartacea o digitale) o dal tipo di pubblicazione (volume, articolo, tesi di dottorato, papers). Non rispettare questo principio è potenzialmente plagio.
Incorri nel plagio quando presenti come tua l’opera di qualcun altro, copiando o parafrasando parole o idee senza citare la fonte o citandola in maniera scorretta.
Spesso il plagio non è intenzionale, ma frutto di superficialità.
Rischi di commettere plagio se:
- non ti annoti accuratamente le tue letture
- non impari le pratiche citazionali
- non comprendi pienamente il ruolo delle citazioni nella scrittura accademica
Esistono software antiplagio per misurare il livello di originalità del tuo lavoro. Ad esempio, in Unito è in uso Turnitin.
Per evitare il rischio di plagio, quando scrivi un qualsiasi elaborato (relazione, tesina, tesi di laurea) devi indicare correttamente i riferimenti bibliografici per esplicitare le fonti che hai usato nel tuo lavoro.
Un riferimento bibliografico è composto da due parti:
- la citazione che riporti dentro il testo
- la voce dettagliata che riporti nella bibliografia finale
Le citazioni sono importanti anche perché permettono a chi legge di vedere quali sono le fonti sulle quali hai basato la tua argomentazione e a te di dare il giusto riconoscimento alle tue fonti, evitando di incorrere nel plagio.
Le citazioni devono essere sempre fatte a prescindere dal formato della fonte e dalla forma (diretta o parafrasata) in cui la riporti. Solo per le idee che siano patrimonio comune di conoscenza (es. date e fatti storici inconfutabili), non è necessario indicare riferimenti bibliografici.
Non temere che includere troppe citazioni renda il tuo lavoro non originale e derivato. In realtà l'originalità deriva dalla comprensione, interpretazione e uso di ciò che leggi e i riferimenti sono necessari per supportare o contrastare le tue affermazioni. Non importa quanti ce ne siano, assicurati solo che ogni citazione sia discussa. Un buon articolo presenta un mix equilibrato di affermazioni, prove e analisi.
È necessario fornire una citazione ogni volta che si fa riferimento a un'idea derivata da una fonte. Lo stile citazionale che scegli utilizzando determina le informazioni da includere nelle citazioni e influisce sull'ordine e sulla posizione delle stesse.
Le citazioni possono essere dirette o indirette:
- dirette, quando riporti testualmente la fonte, utilizzando le stesse parole del testo
- indirette, quando la riporti indirettamente, parafrasata o sintetizzata.
In entrambi i casi il rimando all’opera riprodotta è obbligatorio. Puoi scegliere di inserire i riferimenti bibliografici direttamente nel testo oppure indicarli in nota. Tutti i documenti vanno citati anche nei riferimenti bibliografici alla fine della tesi.
Le citazioni dirette riportano un testo tra virgolette esattamente nella forma originale.
Esempio:
come sostiene Annibaldi (Annibaldi-Berta, 1999, 2, 131), «le indagini sulla CIG e le sue conseguenze non furono che uno dei molti temi su cui negli anni Ottanta si fece ricerca sociale a Torino».
La fonte della citazione può essere riportata tra parentesi nel testo, come nell’esempio proposto (uso americano), oppure può essere riportata come nota a pié di pagina.
Se si sceglie di riportarla secondo l’uso americano, nella bibliografia finale si daranno tutti gli elementi aggiuntivi del rimando.
Se invece si sceglie di portarla a piè di pagina, si inserirà in nota il rimando bibliografico completo e nelle citazioni successive si utilizzerà l’abbreviazione cit.
Citazioni lunghe
Vengono di norma riportate nel corpo del testo in carattere minore, con interlinea singola e margini più ampi.
Parafrasi
Rendere con parole tue il discorso di un altro si chiama parafrasi. D’abitudine non si parafrasa una singola frase, ma un intero paragrafo o anche periodi più lunghi. Anche in questo caso è necessario il riferimento bibliografico, ma può non essere specificato il numero di pagine
Nelle citazioni devi rendere disponibili tutte le informazioni necessarie a rendere il documento riconoscibile (e rintracciabile) senza equivoci, ma nella forma più concentrata possibile. Gli elementi fondamentali comuni alle norme citazionali di qualsiasi tipo di documento, sia su supporto fisso (cartaceo o elettronico offline) che su supporto elettronico online sono:
- Autore
- Titolo o titoli
- Data di pubblicazione (ultimo aggiornamento per un sito web)
- Informazioni specifiche sulla pubblicazione (edizioni o versioni particolari del documento se riscontrabili per i documenti monografici, oppure indicazioni riguardanti volume, anno e fascicolo nel caso la citazione riguardi un articolo di rivista)
- Estremi di paginazione (nel raro caso siano riscontrabili nel testo)
- Luogo di pubblicazione e nome dell'editore (per siti web sostituito da: indicazione URL)
- (solo i per siti web): Data di accesso
Nota bene:
- L’autore è sempre il primo elemento obbligatorio della citazione (diritto d’autore) e si mette in corsivo nella forma Cognome Nome puntato (ad es. Culasso F.)
- Ogni elemento è separato dal seguente da punteggiatura
- La citazione si chiude con un punto finale
Voce di enciclopedia
«Spreco» su www.treccani.it (ultima visita in data 27/01/2017)
Volume con un solo autore
Bustreo M. (2015). Tesi di laurea step by step. La guida per progettare, scrivere e argomentare prove finali e scritti professionali senza stress. Milano, Hoepli (+ numero di pagina del riferimento che stai citando).
Piva F. (2008). Storia di Leda. Da bracciante a dirigente di partito. Milano, Franco Angeli (+ numero di pagina del riferimento che stai citando).
Attenzione: nella bibliografia finale i numeri di pagina non si mettono.
Volume con più autori (fino a 3)
Cereseto G., Frisone A., Varlese L. (2009). Non è un gioco da ragazze. Femminismo e sindacato: i Coordinamenti donne Flm, Roma, Ediesse (+ eventuale numero di pagina del riferimento che stai citando).
Attenzione: i numeri di pagina non si mettono nella bibliografia finale.
Volume con più di 3 autori (collettaneo)
Fuori l’italiano dall’università? Inglese, internazionalizzazione, politica linguistica (2013). A cura di N. Maraschio e D. De Martino, Bari, Laterza (+ eventuale numero di pagina del riferimento che stai citando).
Attenzione: i numeri di pagina non si mettono nella bibliografia finale.
Singolo contributo in volume collettaneo
Testa A., Inglese all’Università: tra sogno e nightmare, in Fuori l’italiano dall’università? Inglese, internazionalizzazione, politica linguistica (2012). A cura di N. Maraschio e D. De Martino, Bari, Laterza (+ eventuale numero di pagina del riferimento che stai citando).
Attenzione: i numeri di pagina non si mettono nella bibliografia finale.
Articolo in rivista
Balbo L. (1973), Le condizioni strutturali della vita familiare, in “Inchiesta”, a. 3, n. 9 (gennaio- marzo 1973) (+ eventuale numero di pagina del riferimento che stai citando).
Attenzione: nella bibliografia finale devi mettere le pagine dell’intero articolo (in questo caso: pp. 11-17).
Articolo online
Si usano le stesse regole degli articoli a stampa, anche se talora mancano i numeri di pagina, aggiungendo la URL del periodico o eventualmente il DOI, ossia il codice che rende riconoscibile in maniera univoca il documento sul web.
Dowling E. (2017). In the wake of austerity: social impact bonds and the financialization of the welfare state in Britain, in “New Political Economy”, Vol. 22, n. 3, DOI 10.1080/13563467.2017.1232709
Il DOI
Il DOI (Digital Object Identifier) è una stringa che fornisce il link permanente per localizzare il documento online. Lo trovi spesso nell’intestazione dell’articolo o tra i metadati correlati. Se il DOI non è disponibile puoi usare la URL.
Cappellini, B. (2009). The sacrifice of re-use: the travels of leftovers and family relations. Journal of Consumer Behaviour, 8(6), 365–375. https://doi.org/10.1002/cb.299
Impara a usare il DOI Citation Formatter!
Sito web
Oltre a fornire la URL nella sua componente più stabile, occorre indicare la data in cui si è visitato il sito.
FAO - www.fao.org (ultima visita in data 27/10/2020)
Tutti i documenti che compaiono nella tua bibliografia devono essere descritti con uno stile citazionale unico ed omogeneo. Se catturi citazioni da diverse fonti, sarai tu a doverle uniformare allo stile prescelto, a meno che tu ti avvalga di un software per la gestione delle citazioni (come ad esempio Zotero), che svolge tale funzione in automatico.
Gli stili citazionali sono tantissimi. L’area disciplinare delle Scienze sociali (Economia, Scienze della Comunicazione) privilegia lo stile Autore-data (ad es: APA). APA mette a disposizione un motore per la creazione delle citazioni.
Lo stile prescelto influenza:
- come e dove collochi le citazioni brevi;
- in che ordine i riferimenti devono essere messi;
- la punteggiatura.
Molti strumenti di ricerca (es. Eureka) consentono di esportare la citazione in uno specifico stile citazionale (clicca sulla immagine a lato per vedere un esempio).
- Una bibliografia è un elenco ordinato di materiali (libri, articoli, etc.) su un particolare argomento. Vi puoi includere i testi che hai letto, citati o non citati nella tesi. L’ordinamento può essere alfabetico (preferibile) o cronologico. Ogni riferimento deve essere completo. Di norma viene inserita al fondo del lavoro.
- Una sitografia è un elenco di siti web relativi a un particolare argomento, ai quali ci si riferisce nell’insieme e non relativamente a singole pagine degli stessi o a documenti ivi pubblicati. Ricordati di indicarli usando la parte stabile della URL (dominio principale) e di dichiarare la data della tua ultima visita al sito web: ad esempio "Ultima visita il 14/9/2021"
Molti studenti pensano che la distinzione tra bibliografia e sitografia dipenda dal supporto dei documenti che citano. Per questo motivo, includono documenti cartacei nelle bibliografie e documenti online nella sitografia.
Questo non è corretto: se leggi un articolo pubblicato su “American Journal of Agricultural Economics”, ottobre 2017, v. 99, issue 5, pp. 1159-71, non importa se stai leggendo la versione cartacea o elettronica. La tesi scientifica dell'articolo è identica in entrambi i casi e andrà comunque citata in bibliografia. Al massimo, se stai leggendo la versione online, puoi dare il DOI.
Quello che devi citare nella webliografia è qualcosa di diverso, cioè i siti web che riguardano un determinato argomento nel loro insieme.
rms.png
Gli RMS (Reference Management Systems) sono software per la gestione di riferimenti bibliografici.
Consentono di:
- raccogliere riferimenti e archiviarli in una libreria sul desktop o in un account web
- organizzare i riferimenti con cartelle e tag, per ordinarli per argomento / progetto / autore ecc.
- aggiungere note ai riferimenti
- allegare PDF
- citare i riferimenti e creare bibliografie nello stile di citazione scelto
- condividere i riferimenti con altri e creare librerie collaborative di riferimenti
Tuttavia:
- Non correggono refusi, errori o omissioni da riferimenti inseriti manualmente o scaricati da database.
- Devi correggere manualmente i riferimenti verificandone l'accuratezza: punteggiatura, lettere maiuscole, ortografia.
- La completezza dei metadati dipende dalla sorgente (catalogo, banca dati, sito web…) dalla quale sono scaricati.
Sul web trovi molti RMS come Endnotes, Mendeley, Zotero, RefWorks, ecc… Alcuni sono gratuiti, alcuni commerciali e alcuni ibridi.
In BEM promuoviamo l’uso di Zotero, perché
- è gratuito e open source
- dispone di un'estensione del browser per la raccolta di riferimenti da pagine web o pagine web stesse
- può citare in MS Word, Google Docs e Libreoffice
- può importare facilmente le annotazioni PDF create con altri software
Zotero è composto dai seguenti 3 componenti:
- il programma stesso (obbligatorio)
- il connettore (richiesto)
- i plugins (facoltativi ma consigliati). I plugin sono piccole estensioni delle funzionalità predefinite di Zotero che possono essere utili per eseguire alcune attività. La loro utilità, ovviamente, dipende da ciò che devi fare.
Puoi imparare a usare Zotero in autonomia, seguendo i consigli di uno dei tanti video che trovi su youtube oppure seguire uno dei corsi dedicati della BEM.